
NO STOP NEWS RTL 102.5 – 06.12.2025
Stop al fondamentalismo. A difesa della libertà e della sicurezza dei cittadini – Atreju 2025

Il fondamentalismo non è un’astrazione né un tema da dibattiti per addetti ai lavori. È una sfida politica concreta che investe direttamente la sicurezza, la libertà individuale e la tenuta stessa delle democrazie europee. Non si manifesta soltanto attraverso episodi di violenza conclamata, ma avanza con un lavoro quotidiano di pressione ideologica, controllo sociale e intimidazione silenziosa. Dove cresce il fondamentalismo, lo Stato arretra. E dove arretra lo Stato, arretrano inevitabilmente anche i diritti dei cittadini.
Difendere la libertà non significa restare neutrali di fronte a chi la vuole demolire dall’interno. La libertà non può diventare uno scudo dietro cui legittimare pratiche che la negano, in particolare ai più vulnerabili. In nome di una tolleranza malintesa, in molti Paesi europei si sono accettate zone grigie sempre più estese: scuole sottoposte a condizionamenti ideologici, interi quartieri sottratti alle regole comuni, pressioni sistematiche sulle donne, sui dissidenti e su chi prova a denunciare, fino all’annullamento di eventi e festività per «non offendere». Questo non è pluralismo, è rinuncia politica. A rendere il quadro ancora più allarmante è il progressivo abbassamento dell’età della radicalizzazione. I minorenni sono oggi una delle fasce più esposte, soprattutto attraverso il web, i social network e le piattaforme chiuse dove la propaganda estremista agisce senza filtri. L’operazione antiterrorismo condotta nel Pavese un mese fa, che ha portato all’arresto di un minore radicalizzato, è un segnale che non può essere ignorato né derubricato a caso isolato. È la dimostrazione che l’ideologia jihadista e fondamentalista non si limita a colpire adulti già strutturati, ma punta deliberatamente ai più giovani, sfruttandone fragilità, isolamento e smarrimento identitario.
La sicurezza dei cittadini non è uno slogan da campagna elettorale né una bandiera ideologica: è una responsabilità fondamentale dello Stato. L’inerzia di fronte ai segnali di radicalizzazione, la tendenza a minimizzare per paura di essere accusati di discriminazione e il continuo rinvio delle scelte più complesse hanno prodotto pericolosi vuoti di autorità, rapidamente occupati da altri. Contrastare il fondamentalismo richiede un impegno concreto e strutturato: investimenti nella prevenzione, nel lavoro di intelligence, nel monitoraggio dei canali di propaganda, nel controllo dei flussi finanziari di matrice ideologica e nell’applicazione rigorosa delle leggi. Significa, soprattutto, intervenire tempestivamente, in particolare quando il fenomeno coinvolge i minori, prima che i processi di radicalizzazione diventino irreversibili. Lo Stato di diritto non è debolezza, ma forza. Lo Stato di diritto non è debolezza, ma forza. Funziona però solo se viene applicato senza eccezioni e senza ambiguità. Non esistono diritti contro i diritti, né libertà che possano giustificare sopraffazione, odio o violenza. Chi predica l’intolleranza o incita alla segregazione non esercita una libertà: la sta negando agli altri. Su questo servono scelte politiche chiare e responsabilità, non silenzi o zone d’ombra. Difendere la convivenza civile oggi significa una cosa sola: non arretrare di fronte a chi non riconosce le regole della libertà. Di questo e di altro parleremo il prossimo 12 dicembre ad Atreju nel dibattito che avro’ il piacere di moderare: “Stop al fondamentalismo. A difesa della libertà e della sicurezza dei cittadini”. Intervengono: Andrea Delmastro Delle Vedove (Sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia), Fausto Biloslavo (Giornalista e reporter), Tommaso Cerno (Direttore de Il Giornale), Amani El Nasif (Scrittrice e attivista), Azar Karimi (Portavoce dell’associazione “Giovani iraniani in Italia”), Ali Rashid Al Nuaimi (Presidente della Commissione Interno, Difesa e Affari Esteri del Consiglio Nazionale Federale degli Emirati Arabi Uniti) Introduce: Riccardo De Corato (Deputato FdI, Vicepresidente Commissione Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni).

