Intervento a RTL 23.11.2024
In futuro le guerre saranno sempre più fatte dagli automi (MDD 24.11.2024)
Ritrovato negli Emirati Arabi Uniti il corpo del rabbino Chabad scomparso; Israele: «Spregevole atto di terrore antisemita»
Il corpo del rabbino Zvi Kogan, emissario Chabad-Lubavitch (un movimento ebraico a livello internazionale e una ramificazione dell’ebraismo chassidico)ad Abu Dhabi, scomparso la settimana scorsa, è stato ritrovato, ha confermato domenica mattina l’ufficio del Primo Ministro.
L’ufficio del Primo Ministro e il Ministero degli Esteri hanno dichiarato: «Le autorità di intelligence e sicurezza degli Emirati Arabi Uniti hanno localizzato il corpo di Zvi Kogan, scomparso da giovedì 21 novembre 2024. La missione israeliana ad Abu Dhabi è stata in contatto con la famiglia dall’inizio dell’evento e continua ad assisterla in questo momento difficile e anche la sua famiglia in Israele è stata aggiornata».L’uffico del premier israeliano ha affermato: «L’omicidio di Zvi Kogan, di benedetta memoria, è un atto abominevole di terrorismo antisemita. Lo Stato di Israele userà tutti i mezzi e tratterà i criminali responsabili della sua morte con la massima estensione della legge». Il ministro israeliano della Difesa, Israel Katz, su X ha scritto: «L’omicidio del rabbino Zvi Kogan negli Emirati è un crimine terroristico antisemita codardo e spregevole. Lo Stato di Israele non si fermerà né rimarrà in silenzio finché i responsabili di questo atto criminale non pagheranno per le loro azioni». Il rabbino Kogan era un assistente del rabbino Levi Yitzchak Duchman, rabbino capo degli Emirati Arabi Uniti.
Si ritiene che Kogan sia stato aggredito da tre killer uzbeki, sospettati di essere stati assunti dall’Iran. I tre avrebbero seguito Kogan dal suo posto di lavoro, il supermercato kosher di Abu Dhabi, e poi sarebbero fuggiti in Turchia. Il veicolo di Kogan è stato trovato a un’ora e mezza di distanza da Dubai. Alta tensione anche in Giordania dove n uomo è stato ucciso ad Amman all’alba di oggi dopo aver aperto il fuoco contro le forze di sicurezza nel quartiere Rabieh, dove si trova l’ambasciata israeliana. Le autorità giordane hanno riferito che l’aggressore, descritto come «un fuorilegge con precedenti legati alla droga», ha ferito tre membri delle forze di sicurezza prima di essere neutralizzato. Il governo, attraverso il portavoce Mohamed Moumani, ha condannato l’attacco definendolo «un atto terroristico». E’ stata avviata un’indagine, ma non sono stati forniti dettagli sulla nazionalità dell’aggressore. Secondo quanto riportato dall’agenzia nazionale Petra, «una pattuglia operava nella zona quando l’uomo ha aperto il fuoco. Le forze di sicurezza, intervenute prontamente, lo hanno circondato mentre tentava di fuggire. Durante lo scontro, l’aggressore ha continuato a sparare, costringendo le forze giordane a rispondere».
Il quartiere Rabieh è spesso teatro di manifestazioni contro l’ambasciata israeliana, in particolare da quando, nell’ottobre 2023, è scoppiato il conflitto tra Hamas e l’esercito israeliano nella Striscia di Gaza. La Giordania, dove circa la metà della popolazione è di origine palestinese, mantiene relazioni diplomatiche con Israele dal 1994, anno in cui è diventata il secondo Stato arabo, dopo l’Egitto e a stabilire relazioni diplomatiche.
L’episodio di oggi si inserisce in un quadro di crescente tensione nella regione. Lo scorso 18 ottobre, due membri dei Fratelli Musulmani giordani sono stati uccisi in territorio israeliano dopo aver aperto il fuoco contro militari vicino al Mar Morto, ferendo leggermente un soldato e un riservista. Ancora prima, l’8 settembre, tre guardie israeliane sono state uccise da un camionista giordano che ha aperto il fuoco al valico di frontiera King Hussein Bridge (Allenby) un ponte che attraversa il fiume Giordano tra le città di Gerico, in Palestina, e Karame, in Giordania, e serve da valico di frontiera tra Israele e Giordania.
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