Benjamin Netanyahu è il nemico ideale (MDD 08.09.2024)
SETTEOTTOBRE L’ESPRIT DU TEMPS
La stampa internazionale ha scelto il suo colpevole. Benjamin Netanyahu è il nemico ideale ( MDD 08.09.2024)
Che Benjamin Netanyahu al pari di tutti gli uomini politici della terra abbia commesso molti errori durante la sua carriera politica è certo; così come non c’è nessuno che abbia governato Israele negli ultimi tre decenni che si può chiamare fuori e dire «Io non c’ero» oppure «Non sapevo». Non è così perché i tunnel nella Striscia di Gaza non si sono costruiti da soli e sono opere di ingegneria complesse per le quali hanno lavorato centinaia di persone. Nessuno lo sapeva? Davvero possiamo credere che tutta la tecnologia che Israele possiede (da sempre) non vedeva? Oppure c’era chi non voleva vedere perché convinto «che tanto non faranno niente»? E di questo cosa dicono i leader dell’opposizione israeliana che oggi incendiano le piazze rendendo un servizio ad Hamas e all’Iran? Possibile che i membri dei vari governi e delle opposizioni non sapevano nulla di quello che succedeva a Gaza? E che dire dei miliardi di dollari che sono arrivati dal Qatar e dall’Iran nella Striscia di Gaza? Davvero nessuno sapeva che oltre a ingrassare i capi e i capetti di Hamas servivano a organizzare e ad armare un vero esercito che la mattina del 7 di ottobre 2023 ha attaccato Israele?
Il “cattivo perfetto”
Benjamin Netanyahu è il cattivo perfetto, non è simpatico perché è un uomo spigoloso, a tratti brutale, coinvolto in mille vicende nella sua carriera politica, alcune delle quali poco chiare, che ne hanno minato l’immagine. Non è un adone e non ha mai fatto la gara per risultare il più simpatico della compagnia e che sia pronto a spaccarti la faccia se non gli dai ragione è dipinto sul suo volto. Però non ha mai rubato un’elezione, ha sempre vinto le competizioni elettorali sbaragliando gli avversari, forte del fatto che con lui Israele ha fatto enormi progressi in ogni campo. È un dato incontrovertibile, tanto che a lungo è stato l’uomo più amato dagli israeliani ma poi ha commesso l’errore di non capire che arriva per tutti il momento di dire basta e di girare pagina. E così, invece di godersi un po’ di meritato riposo e girare il mondo a fare conferenze molto ben pagate, si è ributtato nell’arena politica imbarcando personaggi che alla fine gli sono serviti solo per restare al potere e che oggi lo «ricattano» politicamente.
La riforma della giustizia
Poi è arrivata la contestatissima riforma della giustizia con la quale Benjamin Netanyahu voleva mettere un freno all’eccessivo interventismo della magistratura ma che è stata letta della stampa e dalla popolazione come una sua vendetta contro i magistrati che da anni indagano su di lui per sospetti casi di corruzione. Comunque la si pensi, la riforma ha letteralmente spaccato il Paese e per un anno sono scesi in piazza migliaia di cittadini appartenenti a ogni classe sociale contrari alla legge ma il premier ha tirato diritto commettendo l’errore che un politico non deve mai fare: ascoltare il popolo. Alla fine, l’Alta Corte israeliana ha bocciato la cosiddetta norma chiave della riforma giudiziaria voluta dal governo del premier: la «clausola di ragionevolezza ». Otto giudici su quindici hanno votato a favore dell’abrogazione della legge, mentre dodici su quindici hanno ritenuto che l’Alta Corte abbia l’autorità per annullare leggi fondamentali.
Il 7 ottobre 2023
Mentre Israele si stava leccando le ferite (dopo un anno di proteste che hanno investito ogni strato della popolazione, militari e polizia compresi), è arrivato il 7 ottobre: 1.200 morti, centinaia di feriti e decine di persone rapite (almeno 250) e portate nella Striscia di Gaza. Nel novembre 2023 ne sono stati rilasciati 105 e da quel giorno solo coloro che sono stati trovati dall’esercito israeliano sono tornati a casa ma molti sono tornati avvolti in un sacco di plastica perché l’organizzazione jihadista li sta uccidendo tutti, tanto oggi quelli vivi sarebbero circa 20, usati da Yahya Sinwar come scudi umani. Nella strategia di Hamas e del suo leader, gli ostaggi servono solo a mantenere la pressione su Israele e sulle famiglie delle vittime esasperate dalla situazione. Una tragedia nella tragedia. La stampa internazionale da tempo ha scelto la narrazione di Hamas – vedi il numero delle vittime – come oro colato ritiene che ormai «se gli ostaggi vengono uccisi è colpa di Benjamin Netanyahu».Secondo questa narrazione gli israeliani dovrebbero acconsentire alle richieste dei jihadisti ( perché Hamas è questo) ritirandosi dalla Striscia di Gaza ed in particolare dal corridoio Philadelphia che si trova sul confine tra Gaza e l’Egitto. Ma perché questa richiesta? Negli anni questo corridoio è stato fondamentale per Hamas per contrabbandare armi (l’Egitto dov’era?) e oggi più che mai ai terroristi occorre che gli israeliani lo lascino libero così da riarmarsi e preparare un nuovo 7 ottobre. Ovvio che gli israeliani non lo permetteranno mai che ci sia Benjamin Netanyahu o qualcun altro alla guida di Israele. Lo scorso 2 settembre Netanyahu ha tenuto un discorso alla nazione in seguito all’uccisione di sei ostaggi israeliani da parte dei terroristi di Hamas a Rafah la scorsa settimana. Visibilmente provato mentre leggeva i nomi dei sei ostaggi assassinati ha affermato: «Chiedo perdono alle famiglie per non essere riuscito a riportarli indietro vivi. Ci siamo andati vicini ma non ce l’abbiamo fatta. Dobbiamo essere uniti contro un nemico crudele che vuole distruggerci tutti» . Netanyahu ha assicurato che Israele manterrà il controllo del corridoio di Filadelfia, al confine tra Gaza ed Egitto, affermando: «La strada per raggiungere gli obiettivi della guerra passa attraverso il corridoio di Filadelfia» . Il nemico di Israele e dell’Occidente non è Benjamin Netanyahu che un giorno non sarà più premier ma il fondamentalismo islamico dell’Iran e quello sunnita della Fratellanza musulmana che sono gli unici veri responsabili delle sofferenze della popolazione palestinese e di quella iraniana. Il resto è solo propaganda e che non lo abbia ancora capito Joe Biden è qualcosa che va oltre ogni giustificazione.
@riproduzione riservata