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La corruzione nell’esercito cinese
«La corruzione nell’esercito cinese potrebbe aver ostacolato i progressi verso gli obiettivi di modernizzazione militare del 2027». Lo scrive il Pentagono nel suo rapporto annuale presentato al Congresso degli Stati Uniti “Sviluppi militari e di sicurezza che coinvolgono la Repubblica Popolare Cinese” che è stato pubblicato nel dicembre scorso. Dall’anno scorso, l’Esercito Popolare di Liberazione (PLA) è stato sottoposto a una vasta epurazione anticorruzione e nel novembre scorso il Ministero della Difesa ha dichiarato che un alto funzionario militare era stato sospeso ed era sotto inchiesta per «gravi violazioni disciplinari». Il Pentagono ha sottolineato che gli obiettivi di modernizzazione della Cina per il 2027 includono il potenziamento dell’integrazione dell’intelligenza, della meccanizzazione e di altre capacità militari, oltre ad accelerare i progressi nella modernizzazione delle teorie strategiche, del personale e degli armamenti. Nel 2023, il PLA ha subito una nuova ondata di indagini legate alla corruzione e di rimozioni di alti dirigenti che potrebbero aver interrotto i suoi progressi verso gli obiettivi di modernizzazione dichiarati per il 2027. Tra luglio e dicembre 2023, almeno 15 alti ufficiali militari e dirigenti dell’industria della difesa sono stati rimossi dai loro incarichi. Diversi dirigenti indagati o rimossi per corruzione hanno supervisionato progetti di sviluppo di attrezzature legate alla modernizzazione dei missili nucleari e convenzionali terrestri della RPC.
A fine ottobre, Pechino ha ufficialmente rimosso l’allora Ministro della Difesa nazionale della RPC Li Shangfu dal suo incarico. Li aveva precedentemente guidato Il Dipartimento per lo sviluppo delle attrezzature (EDD) della Commissione militare centrale cinese (CMC) dal 2017 al 2022, dove avrebbe firmato tutte le acquisizioni di armi del PLA. L’estromissione di Li ha fatto seguito alla rimozione di diversi leader della PLARF lo scorso luglio, tra cui l’allora comandante della PLARF Li Yuchao, il commissario politico delle Forze missilistiche dell’Esercito Popolare di Liberazione (PLARF) Xu Zhongbo e diversi vicecomandanti. Il licenziamento in massa di alti dirigenti della PLARF potrebbe essere collegato a casi di frode relativi alla costruzione di silos sotterranei per missili balistici durante un periodo di rapida espansione della PLARF e dell’industria missilistica della RPC.
Arresti in serie
Almeno cinque leader dell’industria della difesa della Repubblica Popolare Cinese (RPC), tra cui il capo del più grande produttore di missili, sono stati arrestati per essere indagati dalla Commissione Centrale per l’Ispezione della Disciplina, il principale organo di controllo della corruzione del PCC, probabilmente per aver commesso atti di corruzione e frode con ufficiali della PLA durante il processo di acquisizione. A dicembre, nove funzionari – principalmente leader della PLARF e della CMC EDD, nonché leader dell’industria della difesa – sono stati rimossi dall’NPC, l’organo legislativo nazionale della RPC, presumibilmente a causa dei loro legami con la corruzione. A fine luglio 2023, il PLA ha fatto un raro annuncio, avviando un’ampia indagine sui programmi di approvvigionamento di armi risalenti al 2017, segnalando significative preoccupazioni per gli sforzi di modernizzazione del PLA in generale. La portata dell’attuale ondata di casi di corruzione, che ha toccato tutti i servizi del PLA, potrebbe aver scosso la fiducia di Pechino nei confronti degli alti ufficiali del PLA, perché l’eliminazione della corruzione nelle forze armate è stata uno dei principali obiettivi di Xi da quando è diventato presidente del PCC nel 2012. I leader della RPC probabilmente considerano la decennale campagna del Partito Comunisra cinese come uno strumento necessario per costruire una forza combattente professionale come parte degli obiettivi di modernizzazione del PLA per il 2027. Nel marzo del 2024, il vicepresidente del PCC He Weidong ha dichiarato a una delegazione del PLA in occasione dell’assemblea legislativa annuale della RPC che il PCC avrebbe dato un giro di vite «alle false capacità di combattimento nelle forze armate», il che potrebbe riferirsi alla corruzione legata all’acquisto di armi.
La Cina prova a difendersi
Il ministero degli Esteri cinese ha definito il rapporto «irresponsabile» e lo ha bollato come una scusa usata dagli Stati Uniti per mantenere la propria egemonia militare. «Il rapporto degli Stati Uniti, come precedenti rapporti simili, ignora i fatti ed è pieno di pregiudizi», ha affermato il portavoce del ministero Lin Jian durante una conferenza stampa ripresa dalla Reuters, esortando gli Stati Uniti «a smettere di pubblicare tali rapporti e ad adottare invece misure pratiche per mantenere la stabilità delle relazioni militari tra Cina e Stati Uniti». Secondo Ely Ratner, assistente segretario alla Difesa degli Stati Uniti analista del Center for Strategic and International Studies «La rimozione dei 15 alti funzionari è stata probabilmente la punta dell’iceberg e la leadership cinese non avrebbe adottato misure anticorruzione così estreme se non avesse ritenuto che l’efficacia operativa dell’Esercito Popolare di Liberazione ne fosse stata influenzata». Un alto funzionario della difesa statunitense che ha voluto mantenere l’anonimato, ha dichiarato ai giornalisti che la caccia alla corruzione può anche rallentare i progetti militari, compresi quelli nell’industria della difesa cinese: «Una volta che viene scoperta la corruzione in un posto o che coinvolge un alto funzionario, si crea una sorta di effetto a spirale che inevitabilmente sembra attrarre altri funzionari».
Il report di 282 pagina presentato al Congresso, ha evidenziato diverse rimozioni dalla forza missilistica militare cinese, nota come Forza missilistica dell’Esercito Popolare di Liberazione (PLARF), un braccio d’élite dell’Esercito Popolare di Liberazione che supervisiona i suoi missili convenzionali e nucleari più avanzati. L’impatto sulla fiducia dei leader della RPC (Repubblica Popolare Cinese) nell’Esercito di Liberazione Cinese (PLA) dopo la scoperta di una corruzione di questa portata è probabilmente accentuato dall’importanza unica della missione nucleare della PLARF Nel novembre scorso, la Cina ha dichiarato che l’ammiraglio Miao Hua, che ha prestato servizio nella Commissione militare centrale, il più alto organo di comando militare del Paese, era sotto inchiesta per «gravi violazioni disciplinari», Miao era stato il principale funzionario politico dell’esercito nella commissione composta da sei membri, presieduta da Xi Jinping . Pechino ha dichiarato che le indiscrezioni dei media secondo cui il ministro della Difesa Dong Jun, di rango inferiore a Miao, sarebbe stato messo da parte a causa di un’indagine erano «pura invenzione». Gli obiettivi militari della Cina includono il completamento di una modernizzazione entro il 2035 e diventare «un esercito di livello mondiale entro la fine del 2049». Ha anche fissato un obiettivo per il 2027 come indicatore a breve termine per assicurarsi che i suoi piani di modernizzazione continuino a progredire. Nel 2027, l’Esercito Popolare di Liberazione celebrerà il 100° anniversario della sua fondazione. Nonostante il rallentamento dell’economia cinese, la spesa per la difesa di Pechino sarebbe significativamente superiore rispetto a quanto dichiarato ufficiale. Secondo le stime, l’importo effettivo potrebbe superare del 40-90% i dati riportati nel bilancio pubblico della difesa, portando la spesa totale per il 2024 a una cifra compresa tra 330 e 450 miliardi di dollari per il 2024.
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