
Intervista a RTL 102.5 – 15.11.2025
Il nuovo Medio Oriente. Il declino della Mezzaluna Sciita. Il libro di Giovan Battista Brunori

Il libro è stato presentato lo scorso 17 novembre alla Libreria Al Ponte di Mendrisio
Raccontare il Medio Oriente è un compito che richiede una profonda professionalità e, nello stesso tempo, si trasforma in un’esperienza personale unica. Trovarsi a Gerusalemme nei mesi precedenti al 7 ottobre 2023 implica affrontare una prova che va a incidere anche la sfera umana. Giovan Battista Brunori, inviato della Rai in quella città simbolo delle tre religioni monoteiste, ha colto l’opportunità per narrare con trasparenza, senza filtri o inclinazioni, non solo gli eventi del 7 ottobre, ma anche il significato che questi eventi hanno avuto nella complessa situazione regionale, sottolineando crisi e declino dell’influenza della Mezzaluna sciita.
Il suo libro, intitolato «Il nuovo Medio Oriente. Il declino della mezzaluna Sciita», pubblicato da Belforte, si presenta come un mosaico di testimonianze. Non si tratta di un’analisi accademica, sebbene siano presenti spunti di riflessione profondi, ma di una cronaca rigorosa dei fatti, quelli che Brunori riporta quotidianamente nei suoi reportage. Uno degli aspetti più notevoli del lavoro di Brunori è la sua neutralità: non si schiera mai con nessuna fazione, un approccio raro in un contesto così polarizzato. Il suo metodo è quello della cronaca diretta: lascia che siano i testimoni a parlare, restituendo i fatti con le loro parole. Una delle innovazioni del libro è l’inserimento di QR code che consentono ai lettori di ascoltare direttamente queste testimonianze attraverso video e audio originali.
Nel testo, affiorano la frustrazione e il disincanto di israeliani e palestinesi, ebrei e arabi, che, dopo anni di tentativi di convivenza e l’entusiasmo degli Accordi di Abramo, vedono svanire le loro speranze di pace. Brunori sostiene che gli ostacoli a questo percorso siano stati principalmente i progetti espansionisti e l’ideologia anti-israeliana di governi sciiti, con l’Iran in primo piano. Il libro si propone come uno strumento per comprendere l’ attuale situazione, evitando di cadere nella trappola degli slogan, sia a favore che contro una delle parti coinvolte. Uno degli scopi dichiarati dell’opera è combattere un antisionismo che, nella maggior parte dei casi, si traduce in una feroce forma di antisemitismo. Brunori afferma che si può criticare o sostenere il governo israeliano, ma non si può negare l’esistenza dello Stato d’Israele. La soluzione dei due Stati (o meglio delle due democrazie, dato che al momento solo Israele soddisfa questo criterio) rimane un tema centrale nella politica internazionale. Tuttavia, di fronte a una tregua fragile, a ricatti da parte di Hamas sui civili palestinesi e al ruolo influente dei leader religiosi, è chiaro che la premessa fondamentale sia un’informazione corretta, accurata e senza pressioni ideologiche.
Il libro offre esattamente questo. Le sue pagine si concentrano su Israele e Gaza, ed esplorano il Libano, la Siria, l’Iran e vari Paesi del Golfo. Le testimonianze raccolte permettono di ascoltare le esperienze di palestinesi e israeliani, parlando non solo di violenze, ma anche della perdita di speranza. La crisi umanitaria di Gaza viene raccontata, così come il pericolo che l’odio anti-israeliano diventi una norma nell’opinione pubblica. Non mancano resoconti sulle violenze dei coloni israeliani e la denuncia di un giornalismo militante, in cui alcuni cronisti agiscono come emissari di Hamas. Il volume è stato pubblicato prima dell’accordo sulla tregua, quindi non chiude il capitolo aperto il 7 ottobre 2023. Allo stesso modo, il declino della mezzaluna sciita descritto da Brunori non è un processo concluso. Il libro fornisce ai lettori un metodo per distinguere la realtà dalle narrazioni manipolate e dalle posizioni ideologiche travestite da informazione. «Il Nuovo Medio Oriente» è quindi uno strumento per resistere a interpretazioni preconfezionate e per sviluppare un pensiero critico basato sui fatti, che sono ciò che alla fine conta realmente.



